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Il Cavaliere dell’Intelletto

Opera in due atti dedicata a Federico II di Svevia nell’ottavo centenario della nascita (Jesi, 26 dicembre 1194) per quattro attori, soli, coro e orchestra, prodotta su commissione della Regione Siciliana. Attore protagonista, nei panni di Federico II, Alessandro Vantini. Insieme a lui, in scena anche Tania Rocchetta, Giancarlo Ilari e Toni Servillo. Coreografie di Raffaella Rossellini.

Libretto: Manlio Sgalambro
Musica: Franco Battiato
Edizioni: Sonzogno, l’Ottava

Prima rappresentazione:
Cattedrale di Palermo, 20/21.09.1994

Non pubblicata discograficamente

Teoria della Sicilia. Là dove domina l’elemento insulare è impossibile salvarsi. Ogni isola attende impaziente di inabissarsi. Una teoria dell’isola è segnata da questa certezza. Un’isola può sempre sparire. Entità talattica, essa si sorregge sui flutti, sull’instabile. Per ogni isola vale la metafora della nave: vi incombe il naufragio. Il sentimento insulare è un oscuro impulso verso l’estinzione. L’angoscia dello stare in un’isola come modo di vivere rivela l’impossibilità di sfuggirvi come sentimento primordiale.

La volontà di sparire è l’essenza esoterica della Sicilia. Poiché ogni isolano non avrebbe voluto nascere, egli vive come chi non vorrebbe vivere: la storia gli passa accanto con i suoi odiosi rumori ma dietro il tumulto dell’apparenza si cela una quiete profonda. Vanità delle vanità è ogni storia. La presenza della catastrofe nell’anima siciliana si esprime nei suoi ideali vegetali, nel suo taedium storico, fattispecie del nirvana. La Sicilia esiste solo come fenomeno estetico. Solo nel momento felice dell’arte quest’isola è vera.